WRC, Testoni: “Le Pirelli chiodate? Promosse da noi e dai team!”

Il Rally Arctic Finland è stata una prova inedita per tutta la classe regina del WRC, con i piloti che si sono dovuti confrontare su 10 prove speciali e 250 chilometri cronometrati mai visti in precedenza. In Lapponia, dove si è tenuta la gara, hanno fatto il loro esordio anche le Pirelli Sottozero Ice J1. Le coperture realizzate dalla Casa italiana esclusivamente per i winter rally, ossia per i rally tutti da disputare su neve.

A poche ore dal termine del secondo appuntamento del Mondiale Rally 2021, Terenzio Testoni, responsabile rally di Pirelli Motorsport, ha rilasciato una lunga intervista esclusiva a Motorsport.com, parlando di come sia andato l’evento in Lapponia dal punto di vista delle gomme e dando chiavi di lettura interessanti nella scelta di gomme di scorta da portare nei giri svolti nei tre giorni di gara.

Terenzio, quanto hanno inciso le temperature, molto più alte del previsto, sulle prestazioni delle gomme e delle vetture?
“Le temperature sono state più alte del previsto, ma anche se fossero rimaste basse, così come prevedeva il meteo, per noi non ci sarebbe stata alcuna preoccupazione. Alla fine gli pneumatici Sottozero ICE J1 sono stati pensati e realizzati per le condizioni di neve e ghiaccio. Con temperature di questo tipo, quella gomma è l’unica via per avere un livello costante di prestazioni. Certo è che con le temperature più alte il ghiaccio viene portato via e subentra una condizione differente del fondo, una condizione peggiore per le gomme, perché non è più condizione di winter rally, ma il ghiaccio viene spazzato via e subentra la terra”.

“In quella condizione il chiodo non ha più la capacità di penetrare all’interno della superficie. Ricordiamo che il grip conferito alle vetture su fondi come quello della Lapponia è dato esclusivamente dalla penetrazione dei chiodi nella neve e nel ghiaccio, non certo dal battistrada. Più il chiodo penetra nel ghiaccio e più le vetture hanno grip. Dunque la condizione cambia in maniera importante se la neve e il ghiaccio spariscono e lasciano spazio alla terra. In quel caso, il grip cambia proprio per il motivo che ho appena spiegato”.

Con le Sottozero ICE J1 avete introdotto un nuovo metodo di costruzione delle gomme per cercare di aumentare la ritenzione dei chiodi nel corso della gara. Siete contenti del risultato finale? Che indicazioni hanno dato le 10 prove speciali del Rally Arctic Finland?
“Siamo molto contenti in generale. Dove le vetture hanno corso su un fondo innevato o ghiacciato, la perdita dei chiodi è stata pari a zero. Invece nella condizione che abbiamo trovato al venerdì, quella più anomala nel senso che avevamo già preventivato che potesse essere quella con meno ghiaccio, essendo anche una prova del Rally Arctic Lapland svolto poche settimane prima, già allora c’era poca neve”.

“Sapevamo bene che al secondo passaggio delle WRC il fondo sarebbe stato completamente differente rispetto a quello trovato nel primo. Eravamo preparati. Per questo abbiamo detto a tutti i team di portare 2 ruote di scorta dovendo fare 2 prove e in tutto 62 chilometri senza avere la possibilità di tornare al Parco Assistenza. Alcuni hanno usato una tattica differente, portando solo 5 gomme (4 titolari e una di scorta), mentre la maggior parte ha propeso per le 6 (2 di scorta)”.

Tra i piloti che hanno scelto di prendere una sola ruota di scorta c’è stato Tanak, che ha vinto le speciali. Forse aver preso una ruota in meno, risparmiando circa 23 chilogrammi rispetto agli altri, ha in parte fatto la differenza…
“Sicuramente può essere stato un vantaggio. Sul peso nulla da dire. Però lui avrebbe potuto addirittura avere un margine più grande sugli inseguitori se avesse portato anche la seconda ruota di scorta. L’esempio calzante è quello che ha fatto Neuville nell’ultima prova di sabato (la PS8), dove montando 2 gomme nuove ha fatto un tempo stratosferico”.

 

Sulle speciali con poca neve, al di là del comportamento dei chiodi, come si è comportato il battistrada delle Sottozero ICE J1?
“Va detto che di neve ce n’era tanta, in realtà. E’ sparita nel secondo passaggio a causa delle temperature alte. Se fossero state verso i -15 sarebbe rimasta. Nel primo passaggio era molto consistente. Dopo il passaggio di 50 macchine 4×4, con temperatura che ha oscillato tra i -2 e i 0 gradi, puoi immaginare facilmente cosa sia successo. Soprattutto sulla prima prova del secondo giro. Alla fine però devo dire che al sabato non abbiamo visto una condizione così difficile. Venerdì, invece, lo è stata. Sabato severa, ma non così tanta”.

“L’altra cosa, e ci tengo a dirla, che i piloti hanno fatto fatica a capire è se le gomme avessero avuto un problema di perdita chiodi o un cambiamento di grip del fondo. Se andate a sentire le dichiarazioni dei piloti dopo alcune speciali sono eloquenti. Noi pensavamo che tornassero al Parco Assistenza senza chiodi. Parlavano di gomme finite. invece ci siamo trovati a contare una perdita di appena 8 chiodi sulle 4 gomme di Tanak (dunque 8 persi su un totale di 1.536, ndr), invece quello che è successo è che i piloti non hanno capito il cambiamento di condizioni del fondo. Avendo la terra al posto della neve, il chiodo non riusciva a penetrare e scivolava di più. Di fatto è stata la mancanza della neve a creare meno grip e l’impossibilità di penetrazione dei chiodi nel fondo. Alla fine chi ha fatto la differenza in quelle prove è anche stato il pilota che ha perso meno chiodi di tutti, dunque anche in quelle condizioni la gomma ha fatto il suo lavoro”.

Quali sono stati i commenti a freddo dei piloti e dei team sulle gomme che avete portato in Lapponia?
“Inizio dicendo che con i protocolli COVID è difficile avvicinarsi e avere un rapporto continuativo sia con i piloti che con i team per gran parte del tempo, ma ho avuto comunque modo di andare dalle 3 squadre facendo loro una domanda secca: ‘Scusate, siete contenti delle gomme?’. Ci hanno detto di sì. A quel punto ne ho fatta un’altra: ‘Cosa vi piacerebbe modificassimo delle gomme in vista della prossima stagione?’. Visto che ero lì era importante saperlo, perché avremmo avuto e avremo un anno su cui lavorarci e per arrivare pronti alle gare della prossima stagione. Ho fatto questa domanda diretta e la risposta è stata: ‘Non lo sappiamo proprio’. Loro sono contenti del prodotto. Qualora dovessimo tornare a correre con le macchine attuali sarei abbastanza tranquillo”.

“Ormai abbiamo il quadro della situazione abbastanza chiara. Nel primo passaggio nessun problema. nel secondo, anche con meno neve o comunque con tanta terra, le gomme hanno resistito in maniera importante. Su neve non abbiamo perso un chiodo. In condizioni differenti, invece, siamo riusciti a perderne molto pochi. Certo, si spera sempre di trovare gare con neve e ghiaccio. E’ interessante però capire cosa potrebbe accadere con le vetture ibride. E’ una domanda importante, ma i team continuano a non far esordire le nuove vetture. Più si va avanti, e più diventa difficile fare eventuali modifiche”.

“Credo però che entro maggio tutti i team proveranno le loro vetture ibride per il 2022. Forse si stanno nascondendo, non lo so, ma entro quel mese io credo proprio che dovranno forzatamente provare tutti anche per sviluppare le vetture in vista della prossima stagione. Secondo me si stanno nascondendo dai rivali. Però come inizierà il primo a provare, poi gli altri faranno di conseguenza e proveranno a loro volta”.

Oliver Solberg è un pilota che Pirelli segue da anni. Ha fatto il suo esordio nel Mondiale Rally al volante di una World Rally Car proprio in Finlandia e ha fatto un fine settimana strepitoso. Cosa ne pensa della gara fatta dal norvegese?
“Era gasatissimo. Lui è molto entusiasta. Non sembra nemmeno uno scandinavo. E’ molto più italiano o spagnolo che scandinavo. Per farti capire, mentre eravamo in macchina mi ha chiamato Petter con una video chiamata la sera prima dell’ultima giornata di gara. Era a letto assieme a Oliver ed erano abbracciati, si coccolavano come possono fare un padre e un figlio il cui legame è davvero molto forte. Petter, come dire, preparava Oliver per le 2 prove di domenica. Non sembravano affatto 2 norvegesi, sembravano davvero 2 italiani, o spagnoli. Una scena bellissima”.

Mancano 2 mesi al prossimo appuntamento, al Rally di Croazia. Un nuovo appuntamento per il WRC e anche per voi…
“Sì è un nuovo appuntamento, ma per noi non è completamente nuovo. Noi vendiamo gomme in tutto il mondo. Essendoci i rally nazionali in Croazia, diciamo che abbiamo un piccolo know how. Questo un po’ ci aiuta. Abbiamo già una piccola fotografia di come potrà essere la gara. Non facciamo solo il WRC, ma diamo supporto anche ai campionati nazionali. Ad esempio, io vengo all’Arctic dal 1999. E’ la prima gara stagionale su neve per il campionato finlandese. Sono andato a gennaio per vedere quello nazionale anche per capire come avrebbe potuto essere l’edizione del WRC e questo ci ha aiutato davvero tanto a preparare la gara del Mondiale”.

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Fonte: https://it.motorsport.com

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