Zarco, da disoccupato a leader del Mondiale: la rinascita di Johann con la Ducati

Un anno e mezzo fa era a piedi, dopo la disastrosa avventura con Ktm e il divorzio anticipato con Mattighofen. Poi per Johann Zarco la chiamata di Ducati, gli alti e bassi, le accuse dopo il pauroso incidente di Zeltweg 2020, i due podi di inizio 2021. Così il francese è in cima al Mondiale

Manuele Cecconi

Da “disoccupato” a leader del Mondiale in soli diciotto mesi, Johann Zarco ha i suoi buoni motivi per festeggiare. Il pilota francese, riciclatosi come pilota privato dopo la disastrosa avventura in Ktm, ha iniziato nel migliore dei modi il suo secondo campionato in sella alla Ducati, anche se questa volta la Desmosedici è poco meno che ufficiale e porta sulle carene i colori del team Pramac. Con i due secondi posti conquistati nelle gare del Qatar, Zarco lascia Losail con in mano le briglie della classifica iridata: niente male per un pilota che un anno e mezzo fa si era ritrovato a piedi, sfiduciato da Mattighofen e con davanti la più che probabile prospettiva di una retrocessione in Moto2.

zarco e il matrimonio fallito

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Che il 31enne di Cannes fosse uno in grado di dare il gas non è certo una notizia di questi giorni. A dimostrare il talento del francese non c’erano solo i due titoli iridati vinti in Moto2 nel 2015 e 2016, ma anche l’ottimo debutto nella categoria regina con la Yamaha clienti di Hervé Poncharal nel biennio 2017-2018. Il salto sulla Ktm e le difficoltà patite in sella alla moto arancione avevano però gettato qualche ombra su Johann, indiscutibile manetta ma anche tanto, forse troppo sensibile ai capricci di una RC16 che a onor del vero aveva ai tempi più di qualche punto debole. E così il matrimonio franco-austriaco (non poteva funzionare, lo dice la storia…) si risolse con un divorzio consensuale a metà 2019, una stagione iniziata male e proseguita peggio sempre ai margini della zona punti. Cosa fare, a quel punto? Rimanere fermo fino al termine dell’annata, imbarcandosi nella ricerca di una sella per l’anno successivo. Ma in bocca c’era il sapore amaro della retrocessione, perché dopo aver stracciato il contratto milionario che lo legava a Ktm, radio paddock lo voleva sempre più insistentemente in Moto2 o Superbike. Due alternative che non facevano brillare gli occhi dell’orgoglioso pilota francese.

DA LCR A HRC? QUASI…

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A metà ottobre, un paio di mesi dopo l’annuncio del divorzio anticipato con la squadra austriaca, arriva però la notizia che apre uno spiraglio. Takaaki Nakagami è infortunato, e Lucio Cecchinello ha scelto proprio l’appiedato Johann per sostituire il giapponese negli ultimi tre round stagionali. Sulla RC213V non va proprio benissimo e Zarco colleziona due ritiri su tre gare, ma fa vedere buone cose in termini di velocità e soprattutto dimostra di non essere un pilota “bollito”. Rilanciando così le sue quotazioni per il 2020. Il problema è che in MotoGP i posti liberi sono pochi, per non dire nessuno. Si parla di Lcr anche per l’anno successivo, ma Cecchinello è intenzionato a tenere Nakagami e Crutchlow. Il nome di Zarco esce anche nel corso della roulette che accompagna il ritiro di Jorge Lorenzo, ma i sogni griffati Hrc si sgretolano quando Alex Marquez viene chiamato dall’Ala Dorata a prendere il posto del maiorchino. Ed ecco che si riparla di Moto2 e Superbike.

IL CORTEGGIAMENTO DI DUCATI

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A un certo punto però spunta una mano alzata. È quella di Ruben Xaus, team manager del team Avintia, che propone al transalpino di unirsi alla compagine spagnola di Ducati MotoGP al posto del ceco Karel Abraham. Il punto è che Zarco di passare in un team privato abituato alle posizioni di rincalzo non ha alcuna intenzione. “Voglio una buona moto e un buon team, e per me Avintia non lo è”, taglia corto il francese, rimbalzando brutalmente le avances della squadra spagnola. Ma per Ducati è un’occasione d’oro, e a Borgo Panigale lo sanno. Possono al contempo portarsi a casa un pilota veloce a un prezzo molto conveniente e strapparlo ai team rivali, per di più “testandolo” quasi gratis sulla Desmosedici in vista di una sua promozione nel 2021. Ed ecco che assieme al siluro per il povero Karel arriva l’intervento provvidenziale di Gigi Dall’Igna e Paolo Ciabatti, che chiudono il rinnovo del contratto con Avintia assicurando alla formazione iberica delle attenzioni in più dal punto di vista tecnico. E mentre parlano, ovviamente, anche con Zarco, che alla fine decide di lasciare da parte l’orgoglio e capitolare.

“Zarco è un assassino”

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“L’alba di una nuova primavera? Nessuno può ancora dirlo, perché per quanto allettante quella di Ducati rimane una scommessa. Fatta peraltro quando la ferita arancione è ancora fresca. “Non ci penso molto su, ora mi godo il momento” ha spiegato in quei giorni Johann parlando della rottura con Ktm e del successivo avvicinamento a Borgo Panigale. “La decisione che ho preso diciotto mesi fa l’ho presa per me stesso, per il mio bene. Voglio correre in moto, ma se devo farlo senza il sorriso sulle labbra è meglio fare altro. Ducati è riuscita a farmi sorridere nuovamente”. L’esito del campionato 2020 è soddisfacente, e tra buoni risultati in Top Ten e qualche grosso spavento, Johann riesce a trovare un buon feeling con la GP19 che gli viene assegnata. È proprio la voglia di riscatto che al Red Bull Ring, tracciato che sembra disegnato apposta per la Desmosedici, lo porta ad osare un po’ troppo in scia a Franco Morbidelli, innescando la terrificante carambola per cui verrà messo alla berlina. Tra i rottami sparpagliati sull’erba della curva 3 risuonano accuse pesantissime: “Assassino!” tuona un Morbido ancora scosso, finendo per scagliargli involontariamente contro buona parte della stampa e dell’opinione pubblica. Il comportamento in pista di Johann rimane sotto la lente d’ingrandimento, ma dopo una settimana di polemiche gli animi si raffreddano e la bolla si sgonfia. La vicenda viene archiviata come incidente di gara, seppur con la consapevolezza di averla scampata bella.

La rinascita

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A fine stagione arriva la tanto agognata promozione nel team Pramac, una squadra che è di fatto lo junior team della casa bolognese. Il resto è storia recente: nella notte qatariota, al primo GP dell’anno, Zarco porta la Ducati della squadra italiana in seconda posizione, ad un solo secondo dal vincitore Viñales e soprattutto davanti a tutte le altre Rosse. Comprese quelle, ufficialissime, di Pecco Bagnaia e Jack Miller. Proprio sulla pista che nel 2018 lo aveva visto debuttare in Premier Class con la Yamaha Tech3, addirittura guidando con vantaggio la gara d’esordio, prima di stendersi al sesto giro. Nel secondo atto di Losail, lo scorso weekend, il francese ha fatto il bis, aggiudicandosi non solo per la seconda volta consecutiva il titolo di miglior Ducati in pista ma anche la prima posizione in campionato. Che per un team semi-ufficiale è un risultato davvero degno di nota.

SOLE SU CANNES

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Una bella soddisfazione per un pilota che fino a qualche mese fa doveva ritenersi fortunato di ritrovarsi ancora in MotoGP. Ma Johann è un osso duro, e oltre ad essere veloce è anche un gran combattente come ha dimostrato per l’ennesima volta anche in questi due primi appuntamenti stagionali. “Zarco non è cattivo, è che non è proprio capace” aveva dichiarato in un impeto di rabbia Valentino Rossi, dopo un contatto di gara avvenuto qualche anno fa. Ma anche il Dottore può sbagliarsi o farsi prendere dalle emozioni, perché le ultime prestazioni del francese e la sua rinascita sportiva lasciano davvero pochi dubbi sul polso destro del francese. Certo, la doppia del Qatar non è abbastanza per fare previsioni e tantomeno per cantare vittoria: Losail è una pista amica sia di Ducati che di Zarco, e per giunta i piloti hanno fatto i solchi sulla pista medio-orientale in queste due settimane. È una condizione eccezionale, troppo particolare per poter trarre conclusioni con un minimo di senso. Rimane, però, una bellissima prestazione da parte di un pilota che in questi mesi è riuscito a rilanciarsi, gettando le basi per una rosea seconda parte di carriera. Le nubi nere e gonfie di pioggia che si stagliavano all’orizzonte sono state definitivamente spazzate via: ora su Cannes splende un sole limpido e corroborante.

Fonte: https://www.gazzetta.it

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