Guadagnini: “Che onore avere Cairoli come mentore! Nel 2022 punto al titolo”

Fresco di passaggio in Gas Gas con il team De Carli, Mattia Guadagnini fa un bilancio della sua prima stagione nel Mondiale Motocross e pensa al 2022. Su Tony: “Mi ha dato tanti preziosi consigli ed è da sempre il mio pilota preferito, sono cresciuto nel suo mito”

Matteo Solinghi @TeoSic58

Da anni l’Italia del Motocross si interrogava su chi potesse essere l’erede di Tony Cairoli. E proprio nell’anno del ritiro del nove volte Campione del Mondo si è affacciato, neanche troppo timidamente, un nuovo volto da dietro il cancelletto di partenza. È quello di Mattia Guadagnini, classe 2002 che dopo il 2° posto nel Campionato Europeo 250 ha subito mostrato i muscoli anche nel Mondiale MX2. Una prova? A podio in Gran Bretagna, al suo secondo GP iridato, e vincitore a Maggiora, terzo round del Mondiale, con tanto di tabella rossa inaspettata. E vincitore, con la Maglia Azzurra, del Motocross delle Nazioni a Mantova. Ma il percorso di crescita, con un Tony Cairoli ora con molto più tempo a disposizione per aiutare i giovani, è ancora in fase di sviluppo.

Mattia, possiamo considerare positivo il bilancio alla prima stagione nel Mondiale MX2 rapportato alle aspettative di inizio 2021?
“Essendo la mia prima stagione completa in MX2, in un team nuovo e con un nuovo modo di allenarmi, non sapevo bene cosa aspettarmi. Le prime gare sono servite a capire il mio livello di competitività all’interno del campionato, e ho intuito che potevo stare con i primi. Lì ho capito che avrei potuto lottare per il titolo, però un po’ troppi errori e un po’ di inesperienza nella seconda parte di campionato non sono riuscito a chiudere la stagione come speravo. Sono errori che mi serviranno per il futuro. L’obiettivo era stare nei primi 5, certo non mi sarei mai aspettato di vincere un GP così presto. Nel complesso una stagione positiva”.

Quanto cambia dall’Europeo Motocross 250 alla MX2? Il salto è netto?
“Cambia tutto, il livello è molto più alto e l’intensità delle gare e la lunghezza del campionato rendono la MX2 molto più tosta, sviluppandosi su un calendario praticamente doppio rispetto a quello dell’Emx 250. Banalmente, non sapevo come gestire gli allenamenti durante la stagione e in questo il team mi ha dato una mano. Nel finale di stagione mi sono mancate un po’ di forze e di concentrazione. È stato più difficile dal punto di vista mentale che fisico. A Mantova ho fatto però una bella gara, è stata una carica di motivazioni per il 2022”.

Cos’hai provato quando hai ricevuto tra le mani la tabella rossa dopo la vittoria del Gran Premio d’Italia?
“Non me lo aspettavo neanch’io. Non lo sapevo di essere leader della MX2 in quel momento, tant’è che la mia espressione diceva tutto (letteralmente sbalordito, con la bocca aperta e gli occhi illuminati di gioia, n.d.r.). Non saprei neanche descrivere il momento: la giornata è stata fantastica con il secondo posto nella prima manche, la vittoria della seconda manche e di conseguenza il GP. Era già più che sufficiente, non avevo minimamente pensato alla possibilità di essere passato in testa al campionato, anche perché prima di Maggiora ero 5° nel Mondiale, in due manche sono passato da 5° a 1°. È stato stupendo”.

In cosa avresti voluto fare qualcosina in più e in cosa, invece, ti sei sorpreso di essere andato oltre le tue aspettative?
“Mi sono sorpreso di avere fatto qualcosa in più alle prime gare. Credevo di soffrire di più la pressione, anche in una gara come Maggiora. Ero 1° alla mia terza gara di MX2, avevo gli avversari dietro di me ma sono rimasto molto tranquillo concentrandomi su me stesso senza fare calcoli sugli altri. Non ho fatto nessun errore e mi sono stupito della tranquillità con la quale ho corso. Mi dispiace aver avuto alti e bassi che mi hanno fatto perdere tanti punti, si potevano portare a casa punti importanti. Fare 14° con una caduta o 6° senza cadute, è una cosa che a fine campionato fa la differenza, perché sarei potuto stare più attaccato ai primi tre”.

Come ti sei adattato alle nuove piste, quelle che non conoscevi e che non rientravano all’interno dell’Europeo?
“Anche di questo mi sono stupito, il non aver mai affrontato alcune piste non ha inciso sulle mie prestazioni. Nonostante molte piste fossero nuove per me e con il format ‘tutto in un giorno’ che non mi aiutava perché non c’era molto tempo per provare le linee e adattarsi al tracciato, sono riuscito ad andare forte anche al di fuori delle piste che già conoscevo”.

In cosa sono stati superiori Renaux, Geerts e Vialle?
“Renaux e Geerts sono stati più costanti durante il campionato, Vialle ha iniziato da infortunato e poi ha vinto tante manche e tanti GP recuperando terreno. A inizio stagione io e Renaux eravamo sempre molto vicini, lui ha semplicemente continuato con quel passo e non ha mai mollato fino a fine campionato senza mai guardare la classifica. Io invece no, dopo un po’ non sono riuscito a tenere quei ritmi. Geerts ha più o meno fatto una stagione simile alla mia, con la differenza che nelle ‘giornate no’ ha fatto un po’ meno peggio di me, quindi a fine campionato questi punti accumulati hanno fatto la differenza”.

Cosa entra in gioco quando siete in tre o quattro a battagliare per la vittoria di una manche? Abbiamo assistito a un’annata spettacolare in Mxgp, ma anche la MX2 è stata combattuta.
“Il livello è molto alto e quasi tutte le gare sono molto combattute. È importante partire bene e non fare errori, poi in molte situazioni ci si trova a girare con tempi molto simili, lì entra in gioco la forza mentale: chi è più convinto riesce a tirar fuori la prestazione migliore. In fin dei conti tutti i primi 4/5 sanno andare fortissimo, tutti sono allenati e quindi i dettagli fanno la differenza. Quando il livello è molto simile entra in gioco la forza mentale, che a me è un po’ mancata nella seconda parte di stagione e stiamo lavorando anche su questo per il futuro”.

Tony Cairoli ti seguirà anche nei prossimi anni nonostante il passaggio del team De Carli in Gas Gas?

“Tony resterà come figura molto importante nel team, oltre che sviluppare moto per Ktm, sarà anche al nostro fianco per dare il suo contributo. Una figura come quella di Tony sarà fondamentale per la crescita di noi giovani, ci potrà dare molti consigli utili, non vedo l’ora di avere anche lui al mio fianco”.

Ti abbiamo visto molto genuino nel festeggiare l’addio di Tony Cairoli, in mezzo al pubblico con motoseghe in mano. Come hai vissuto il suo ritiro?

“Prima di tutto sono un tifoso di Tony, lo sono sempre stato. Quest’anno siamo stati compagni di squadra, ma è da quando sono piccolissimo che lo seguo e tifo per lui. Ancora adesso lo vedo come il mio punto di riferimento ed il mio pilota preferito. Per me fa ancora strano parlarci assieme, anche solo andare a tifarlo in pista e fare un po’ di casino per lui è bello. E guardare una gara in mezzo ai tifosi non è come guardarla dalla tv o da altri punti del paddock, si vive proprio l’atmosfera. Ad Arco di Trento, in occasione della sua ultima vittoria di GP, è stato indescrivibile vivere gli ultimi giri. Era il più bel regalo che mi potessi fare quello di andare a tifare per lui in mezzo al pubblico”.

Qual è il valore aggiunto di allenarsi con Tony Cairoli?
“È un pilota eccezionale, con un’esperienza incredibile. Già quest’anno mi ha dato preziosi consigli, dato che lui fa questa vita da quasi 20 anni. Quando dice una cosa ne è convinto e sa che è il meglio per me. Anche solo averlo negli allenamenti come punto di riferimento è stato di grande aiuto perché da lui c’è tantissimo da imparare. È stata una grandissima occasione che ho avuto modo di avere, mi sento fortunato ed onorato di questa cosa. Ma continueremo a lavorare insieme”.

Con il passaggio di Maxime Renaux in MXGP, a cosa punti nel 2022?

“Sicuramente qualche sorpresa spunterà fuori, ma saremo sempre i soliti 4/5 a lottare per le vittorie. Il campionato è lungo e la situazione può variare di gara in gara. Chi riuscirà ad essere più costante porterà a casa il campionato. E io lavorerò per questo, cercando di non ripetere gli errori del 2021 per poter vincere il Mondiale”.

Fonte: https://www.gazzetta.it

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