WRC | Hyundai deludente, ma è troppo presto per bocciare la i20

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Nessuno, Hyundai Motorsport prima di tutti, si sarebbe mai potuto aspettare un avvio così difficile come quello che ha visto protagonista proprio il team che ha sede ad Alzenau, in Germania. I ritardi dovuti al nulla osta del progetto Rally1 prima, l’arrivo della versione definitiva della vettura nel mese di novembre e l’incidente che ha coinvolto Thierry Neuville e Martijn Wydaeghe nel corso dei test di sviluppo hanno rappresentato degli ostacoli notevoli per la squadra, ma pensare a un avvio così disastroso sarebbe stato difficile.

Ritirato Ott Tanak, ritirato Oliver Solberg, solo sesto Thierry Neuville, il quale è stato bravo ad arrivare al traguardo nonostante una serie di problemi da film catastrofico e aggiungere i 3 punti della Power Stage in cui è riuscito a ottenere un ottimo terzo posto.

Ma per cercare di analizzare il weekend terribile di Hyundai è bene e corretto andare con ordine. Durante lo Shakedown Neuville aveva fatto vedere buone cose nel corso dei suoi tre passaggi nella prova, sebbene nell’ultimo fosse riuscito a migliorare il suo tempo di appena 2 decimi. Tanak e Solberg, invece, sembravano già essere in difficoltà. Ma lo Shakedown, spesso, dice poco e niente riguardo le prestazioni di vetture e piloti.

Il verdetto, però, è arrivato poche ore dopo, con le prime due prove speciali svolte nella notte di giovedì. Un duello Toyota contro M-Sport, Ogier contro Loeb, e tutti i piloti Hyundai distanti anni luce dai migliori. Nel corso delle prove le cose sono leggermente migliorate, con Neuville e Tanak che sono saliti di colpi, ma è stato un miglioramento effimero, non certo di un livello tale da potersi giocare la vittoria delle prove speciali.

Non inganni la vittoria di stage ottenuta da Neuville e Wydaeghe nella PS15, la Briançonnet / Entrevaux 1 di 14,26 chilometri. Si trattava infatti della terzultima prova della gara, con tutti i piloti intenti a salvare le gomme in vista della Power Stage.

i20 N Rally1, quanti problemi

 

Il primo aspetto che è bene affrontare legato al weekend di Monte-Carlo sono i problemi di affidabilità che hanno rallentato i tre equipaggi di Alzenau. Oliver Solberg ha denotato del fumo proveniente dal motore che è entrato nell’abitacolo a ogni prova. Questo ha provocato allo svedese e a Elliott Edmondson lacrimazione e bruciore agli occhi, oltre a un fastidio all’attenzione nel corso delle speciali che si è rivelato poi decisivo sabato mattina, quando Oliver è finito fuori strada.

Grazie all’aiuto del pubblico nella zona dell’incidente, Solberg è riuscito a tornare in gara e a proseguire, anche se penalizzato da un ritardo non colmabile dai primi. Poi, dopo la prima prova speciale di domenica mattina, Solberg, assieme al team, ha deciso di ritirarsi a causa di un malessere dovuto al fumo che per oltre 2 giorni è entrato nell’abitacolo della sua i20.

 

Ott Tanak ha sperimentato invece problemi differenti. Nelle prime due prove ha lamentato un problema al motore, poi un problema idraulico, per poi trovarsi il giorno dopo senza l’ausilio del motore elettrico (dunque della potenza extra data dall’ibrido) per una speciale. La gestione dell’ibrido è stata poi cruciale anche per un testacoda che ha visto protagonista l’estone nella giornata di venerdì.

Non è tutto, perché poi Tanak è stato costretto al ritiro nella giornata di sabato, al termine del giro mattutino, per aver forato 2 gomme (ne aveva 5 in tutto, una sola di scorta) e per aver urtato una roccia nel corso del primo passaggio nella prova di Sisteron, l’unica che ha presentato condizioni di un classico Rallye Monte-Carlo. Ott, prendendo il via della prova con metà di questa coperta di neve e ghiaccio dotato di gomme Soft slick, ha perso il controllo della sua i20 prima di una curva sinistrorsa ed è finito per sbattere, rovinando la sua vettura. Non è chiaro se il danno sia stato al motore o a una sua componente, ma al termine della prova il parabrezza della i20 numero 8 era pieno di liquido – probabilmente olio – e Tanak è stato costretto al ritiro.

 

Thierry Neuville, invece, è andato incontro a uno dei weekend più difficili da quando corre per Hyundai Motorsport. Ha avuto problemi con l’assetto per via dei test di preparazione all’evento fatti su asfalto scivoloso e non asciutto come invece è stato lo scorso weekend. Tanti problemi di sottosterzo, di bilanciamento, una taratura non buona del differenziale posteriore, che faceva slittare le ruote sulle parti sconnesse delle stage.

Ma non è tutto, perché anche il belga ha dovuto fare i conti con un malfunzionamento dell’impianto ibrido (nella PS7 al pari di Loeb), poi sabato ha corso con un ammortizzatore rotto per 4 delle 5 prove effettuate. Questo Monte-Carlo è stato particolare proprio per la mancanza di Service nelle giornate di venerdì e sabato, così Neuville ha dovuto cercare di aggiustare il guasto con le proprie forze (anche saltando sul cofano della sua i20 per far tornare in posizione l’elemento della sospensione anteriore destra).

Il sesto posto finale dietro a Sébastien Loeb, Sébastien Ogier, Craig Breen, Kalle Rovanpera e addirittura Gus Greensmith ben rappresenta tutte le difficoltà del pilota che si è rivelato quasi sempre il più veloce dei tre schierati da Hyundai nel weekend di gara nel Principato. Per altro proprio Neuville ha rilasciato diverse dichiarazioni che ben hanno fatto intendere le difficoltà di Hyundai: “Non sono mai stato così spaventato durante la guida”. “Non ho alcun feeling”, “Dobbiamo lavorare sulle geometrie”, “Il telaio sembra non funzionare”. Fino all’eloquente: “Ho dato tutto”, con tanto di colpo al cambio al termine della gara.

 

“Con l’ammortizzatore non so cosa sia successo. E’ uscito dal cofano e guidare era molto difficile. Il rally è stato frustrante, deludente. E’ stato un weekend molto difficile e la Power Stage, per me, è stata molto deludente”, ha proseguito il nativo di Sankt Vith.

“Ho davvero spinto tanto, ma non c’era niente nelle prestazioni. Io e Martijn abbiamo davvero fatto tutto il possibile, ma non c’era prestazione”.

Hyundai, un mese per analizzare e sistemare

E’ un paradosso, ma Hyundai Motorsport non deve archiviare velocemente il Rallye Monte-Carlo. La gara dovrà essere analizzata in ogni aspetto perché in questo momento il team deve migliorare in ogni aspetto. Non sarà facile dopo l’addio di una figura carismatica come quella di Andrea Adamo, capace di indicare la via. Ma ora il manager piemontese, ad Alzenau, non c’è più.

Questo dovrà portare tutti i reparti a rivedere il lavoro svolto nel corso dello scorso autunno e nell’inverno. La i20 non è solo priva di affidabilità, ma anche una vettura lenta. O meglio, più lenta delle sue rivali. la Toyota GR Yaris Rally1 si è rivelata già la migliore pur non avendo vinto la gara. Solo una foratura arrivata nella penultima speciale le ha tolto un successo che sarebbe stato meritato.

 

M-Sport si è presentata nel medesimo modo del 2017, vincendo la prima gara della nuova era del WRC con un campione del calibro di Loeb, ma attenzione alle prestazioni di Craig Breen e Gus Greensmith, rispettivamente terzo e quinto. Hyundai invece deve aggrapparsi a ciò che ha, e non è poco.

Può contare su un campione del mondo come Ott Tanak. Su Thierry Neuville, che certo non valgono di meno di piloti come Kalle Rovanpera – bravo ma ancora acerbo – lo stesso Breen, ma anche Elfyn Evans e tutti gli altri titolari che hanno a disposizione delle Rally1. I piloti ci sono. Il punto interrogativo rimane, però, la vettura.

Al Rally di Svezia, prossimo appuntamento del WRC 2022, manca un mese, perché si terrà dal 24 al 27 febbraio. In questo mese il team dovrà cercare di trasformare la i20. Il primo passo, però, potrebbe essere legato alla preparazione dell’evento. Il Rally di Svezia si terrà interamente su neve, dunque, almeno dal punto di vista meteorologico, non dovrebbero esserci sorprese. Per questo la preparazione dovrà essere adeguata. A quel punto potremo vedere meglio quali saranno stati i reali problemi di Hyundai: una i20 N inadeguata, o una preparazione frettolosa per i tanti eventi che hanno scosso il team da ottobre in poi?

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Fonte: https://it.motorsport.com

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