Moto Guzzi: l’emozionante incontro a Mandello del Lario

Torniamo con il nostro speciale dedicato alla Moto Guzzi, proprio in questi giorni di grandi festeggiamenti a Mandello del Lario. Nuovo appuntamento con i contenuti inediti e le interviste ad alcuni dei più noti personaggi legati al mito dell’Aquila e a Mandello, dove dall’8 all’11 settembre si celebrano i 100 dell’Aquila, dopo lo stop alle restrizioni causate dalla pandemia di Covid.

In questi giorni Mandello, paese sulle sponde del Lago di Como, in provincia di Lecco, di soli 10.000 abitanti, accoglie il Motoraduno Internazionale Guzzi e tutti gli appassionati di motori e tradizioni che vengono da ogni parte del mondo per festeggiare i 100 anni dalla nascita di una delle aziende motociclistiche più conosciute a livello globale. Sono attese più di 20.000 persone in questi giorni, ogni via del paese è gremita di persone e di moto, tutti i parcheggi sono colmi, c’è gente ovunque. In ogni angolo ci sono punti ristoro per chi vuole assaggiare specialità italiane e non e gustare un’ottima birra in compagnia.

L’intero paese è in festa, fuori dallo storico stabilimento della Moto Guzzi ci sono spettacoli legati al mondo delle due ruote, salti acrobatici e freestyle, centinaia di motociclette parcheggiate in bella mostra, tutte da ammirare. C’è una coda infinita di persone che visitano il museo della Moto Guzzi, ricco di pezzi storici unici e straordinari, c’è chi si ferma davanti al famosissimo cancello rosso con l’Aquila per fare la sua foto ricordo. Insomma, un clima che si respira solo in questi giorni a Mandello, e gli abitanti sono estremamente orgogliosi di quello che sta succedendo in queste ore. Musica e divertimento, abbracci e amicizia, buon cibo e tutto nella meravigliosa cornice di una cittadina caratteristica tra lago e monti.

In questi giorni ho avuto modo di tornare all’Antica Officina dove Carlo Guzzi e Giorgio Ripamonti crearono il primo prototipo della Moto Guzzi nel 1919, prima dell’apertura dell’azienda, avvenuta poi il 15 marzo 1921. Eravamo già stati all’Antica Officina di via Cavour, a Mandello, già in altre occasioni, e ieri siamo stati invitati alla meravigliosa festa in tipici abiti anni Venti.

Cenni storici

Come già sappiamo, Carlo Guzzi durante la Prima Guerra Mondiale conosce Giorgio Parodi, figlio del ricco armatore genovese Emanuele Vittorio, e Giovanni Ravelli, uno dei migliori piloti dell’epoca. Il Guzzi, prima del Conflitto, si era trasferito a Mandello con la famiglia, ed era solito trascorrere i suoi pomeriggi nell’officina del meccanico di motori e ormai amico Giorgio Ripamonti. Durante la Guerra i tre amici – Guzzi, Parodi e Ravelli – decidono di aprire una società per la realizzazione di una nuova moto, in grado di competere degnamente con i migliori prodotti mondiali del tempo.

Le idee tecniche del Guzzi, il capitale del Parodi e la forza propagandistica di un pilota come Ravelli sono il mix perfetto per creare un prodotto unico. E così, una volta terminato il Conflitto mondiale, Carlo Guzzi torna a Mandello e inizia a lavorare alla realizzazione del telaio del prototipo della sua moto nell’Officina del Giorgio Ripamonti. Nel frattempo Giorgio Parodi condivide il progetto al padre, chiedendogli denaro per finanziarlo. Purtroppo Ravelli invece perde la vita alla guida di un aeroplano. Guzzi e Parodi decidono di portare avanti l’idea anche in ricordo dell’amico, e l’Aquila simbolo dell’Aviazione diventa così l’emblema della Moto Guzzi.

Nel 1919 Carlo Guzzi e Giorgio Ripamonti assemblano il primo prototipo, chiamato GP: Guzzi – Parodi. E la storia la sappiamo. Ma soffermiamoci sul luogo in cui è nata proprio questa primissima motocicletta. Abbiamo visto il famoso murales, che ha fatto da sfondo alla festa paesana organizzata ieri sera. Io sono stata proprio lì e ho parlato con il signor Giovanni Trincavelli, il pronipote del Giorgio Ripamonti, che oggi vive dove il prototipo è nato, in quella che è la sua casa di famiglia, dove ha creato un piccolo museo, un B&B e diverse attività a conduzione familiare, oltre a delle opere d’arte meravigliose. Tutto nasce proprio grazie ai ricordi, alle testimonianze dirette e a tutti i cimeli raccolti.

L’incontro di Giovanni Trincavelli con la signora Marina Parodi

La signora Marina Parodi è la figlia del famoso Parodi che fondò l’azienda. Noi siamo in contatto da mesi con la signora Bagnasco, la nipote del Parodi, che ci ha rilasciato una splendida intervista con aneddoti storici meravigliosi legati al mito della Moto Guzzi. La signora Bagnasco ha accompagnato la sua mamma, Marina Parodi, a Mandello del Lario, proprio dal signor Trincavelli, per vedere il murales, dove la stessa figlia del Parodi è stata raffigurata da bambina.

L’incontro a sorpresa, come mi ha raccontato il signor Trincavelli, è stato molto emozionante: “Non le nego che è stata una vera emozione, mi ha toccato davvero, ho fatto fatica a contenere la commozione”, queste sono state le sue parole.

La signora Bagnasco ci ha raccontato

Abbiamo fatto un blitz in forma privata, non ufficiale, dal Signor Trincavelli, eravamo di passaggio in zona e mi faceva piacere far vedere il murales a mia mamma. Siamo arrivate all’improvviso, spiazzando un po’ Geki, che è stato felicissimo della sorpresa. Mamma ha apprezzato l’opera dove è raffigurata e ha fatto i complimenti a Geki per la somiglianza con la “lei bambina”, aveva il viso tondo proprio come nel murales.

Ha ricordato gli anni felici quando passava l’estate nella villa di Lierna con i genitori e i fratelli. Ha raccontato che scappava dal bel giardino, curato dal Luisin Panizza, per andare a comprarsi un panino con il culatello allo spaccio della Moto Guzzi, con i pochi spiccioli che poteva avere in tasca una bimba di sei/sette anni, ma lo ricorda ancora oggi.

Ai piccoli (mamma Marina e il fratello Roberto di un paio di anni più grande) non era permesso uscire dal giardino per la pericolosità dovuta al transito dei mezzi pesanti sul lungolago. Mamma racconta che lei e Roberto scappavano regolarmente con la bicicletta e tornavano sempre con le braccia sbucciate, perché si addossavano alle pareti in galleria quando passavano i camion.

E ancora, ci ricorda

Lo spaccio aziendale fu voluto dal papà Giorgio (Parodi) per evitare che i dipendenti della Moto Guzzi (i meglio pagati nella zona) fossero soggetti a eccessivi rincari dei negozi in zona. Il benessere per chi lavorava alla Moto Guzzi è sempre stato una delle priorità dell’illuminata Amministrazione Parodi: il primo CdA in cui si parla di case per gli operai risale al 1925.

Dopo l’incontro nell’officina, abbiamo poi proseguito per andare a firmare il grande cartello appeso fuori dal Lario Store e salutare il presidente del Carlo Guzzi Club, Sergio Greppi. Molti episodi legati a Mandello e Lierna, con testimonianza di mamma e foto sono raccolti nel volume “Giorgio Parodi – Le ali dell’Aquila” (ed. Tormena).

Tra i vari aneddoti, la signora ci racconta che il Giorgio Parodi affittò una casa ai Pian dei Resinelli, vicino al cugino Angelo Parodi, che invece vi abitava in pianta stabile. Giorgio acquistò poi una villa a Lierna, proprio sul lago, dove la famiglia si trasferiva nei mesi estivi. La villa fu acquistata dalla famiglia Spada. I bagagli venivano caricati su un motocarro Ercole che arrivava direttamente dalla fabbrica. Le valigie venivano portate fino in casa, anticipando lo spostamento della famiglia.

Insomma, ancora una volta, quasi con le lacrime agli occhi e la nostalgia nel cuore, abbiamo scoperto alcuni interessanti cenni storici legati al marchio dell’Aquila.

Fonte: https://motori.virgilio.it

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