Regole e polemiche: c’è chi chiede zavorre sulla Ducati del “peso piuma” Bautista

Il campione è sensibilmente più leggero dei rivali che si lamentano e chiedono un peso minimo moto/pilota uguale per tutti. Le dispute sui regolamenti e sulle concessioni non sono una novità, ripercorriamo quelle del passato e quelle in arrivo

Massimo Falcioni

Da sempre nel motociclismo Fim e Promoter intervengono con regolamenti tecnici e organizzativi per rendere le corse più sicure e avvincenti. Ciò ha però spesso generato polemiche e divisioni fra i protagonisti e gli appassionati, anche conseguenze negative, addirittura con l’abbandono dalle competizioni di grandi Case. Così è successo, ad esempio, a fine 1957 con i ritiri dal Mondiale di Guzzi, Gilera, Mondial, MV Agusta (quest’ultima farà poi dietrofront) causati dai regolamenti che abolivano le carenature a campana. Ritiri causati in verità dalla crisi del mercato motociclistico per l’avvento dell’auto utilitaria. Così è successo con il forfait di Honda e Yamaha dal 1969 per l’annunciata abolizione dal 1970 dei motori 125 e 250 iperfrazionati. 

grandi progetti

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Nuovi regolamenti che hanno fatto saltare grandi progetti, come quello della Benelli iridata 250 nel 1969 impegnata a costruire la 250 GP 8 cilindri 4 tempi: dal 1970 la FIM imponeva una formula limitativa, fra cui il massimo dei due cilindri fino alla classe 250, in quel caso una iattura per la Casa pesarese. In seguito, altre limitazioni arriveranno anche per le 350 e 500, fino all’ingresso della MotoGP dei giorni nostri. MotoGP che, dal 2023, cambia ancora: nuovo format, con l’introduzione il sabato pomeriggio di una Sprint Race per garantire più spettacolo e attrarre nuovi tifosi sugli spalti e davanti alla tv. Da ciò novità tecniche di dettaglio come la capacità massima del serbatoio del carburante per le gare sprint (12 litri) e altro riguardante i materiali consentiti per costruire serbatoi, dischi freno, nuovi sistemi di chiusura per le tute dei piloti, nuovi caschi. Dettagli. Ma importanti su più fronti, da quello dello show a quello della sicurezza. 

le novità in arrivo

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Regolamenti che, in particolare, porteranno novità nel Mondiale Superbike. A cominciare dalla questione “price cap”, cioè il prezzo massimo che un modello di serie può avere per essere ammesso al mondiale. Nella prossima stagione la Casa di Borgo Panigale correrà con la nuova Panigale V4 2023 da 240,5 cavalli. Moto con il prezzo base per il pubblico fissato in 43.990 euro, cifra che supera l’attuale “price cap” di 40.000 euro. Rischio di rimanere fuori dal campionato per la nuova Panigale? La soluzione è già pronta con l’innalzamento del price cap (sopra 44.000 euro) per le moto iscritte al campionato. 

le super concessioni

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Aria nuova per le “super concessioni” con un diverso sistema punteggio: saranno assegnati punti a un numero più ampio di piloti e delle relative Case, passando da tre a cinque. Così come già quest’anno, nel 2023 i punti concessione saranno totalizzati ogni tre round, dopo di che le Case con il minor punteggio (sulla base dei risultati ottenuti) potranno aggiornare i componenti delle proprie moto con le “Concessioni part” o con le “Super Concession part”, anche con possibili modifiche al telaio. C’è poi, dal 2024, la questione del minimo dei carburanti sostenibili (così come dai regolamenti vigenti in MotoGP), pari, per adesso, al 40 per cento. 

peso-pilota, nodo irrisolto

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Resta irrisolto il nodo del peso moto-pilota. Gli sconfitti 2022 – sconfitti con onore – Razgatlioglu e Rea, insistono per introdurre un limite di peso minimo moto-pilota. Il neo iridato Bautista è un “fantino” che pesa 10 chili meno di Toprak e addirittura quasi 20 chili meno di Rea. Allora? Anche Michael Ruben Rinaldi è pilota leggero, ma ciò non è stato sufficiente per raggiungere i risultati del suo compagno di squadra spagnolo. La “questione zavorra” è sempre stata presente nel motociclismo sollevando dibattiti e polemiche a non finire. Di solito è una casa sconfitta che chiede l’intervento di nuovi regolamenti per far aggiungere peso alla moto vincente. Adesso, come detto, sotto tiro è la Ducati, trionfatrice con Alvaro Bautista del mondiale Sbk 2022. La richiesta da parte degli sconfitti Sbk 2022 è che si metta sulla bilancia complessivamente moto e pilota così che, con Bautista corridore-piuma di 60 kg, altra via non ci sarebbe che quella di zavorrare il bolide rosso. 

il precedente 2012

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Come non ricordare fine stagione 2012, quando la Ducati vinceva la sua battaglia sui regolamenti portando nel mondiale Sbk 2013 la nuovissima 1199 Panigale 4 cilindri (200cc in più delle principali avversarie bicilindriche) senza i fatidici 6 kg di zavorra che avevano afflitto la mitica 1098RS bicilindrica? Nel braccio di ferro durato mesi, ad un certo punto a risolvere la questione fu l’out-out di Borgo Panigale: o la regola della zavorra veniva eliminata o la Ducati avrebbe “tolto il disturbo” con il risultato immediato di avere in griglia minimo 6 moto in meno. Oggi, sia in MotoGP che in Sbk, per questione di business, si punta principalmente a gare-show: obiettivo che si ottiene soprattutto con i regolamenti, livellando tecnicamente le moto. Così, con questa logica, a fare la differenza in pista sono i piloti. Poi, si sa, tutto è perfettibile. 

evitare gli eccessi

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Il principio di portare tutti sullo stesso livello utilizzando lo strumento dei regolamenti è anche valido per fare show, ma discutibile se poi le “super concessioni” premiano alcuni, penalizzando altri. Buone le intenzioni, ma è giunto il momento di limare qualcosa, non esagerando. Non possono essere i regolamenti a decidere sulla vittoria di gare e titoli. In questo senso pare che le future nuove regole (sempre tendenti a livellare moto e team e limitare il gap fra ufficiali e privati) puntino a evitare gli eccessi. Resta il fatto che per vincere non basta la moto migliore, il pilota è comunque fondamentale. Nel 2022, a dominare sia in MotoGP che in Sbk, è stata la Ducati vincendo i titoli iridati con Pecco Bagnaia e con Alvaro Bautista. In entrambe le categorie, la Ducati avrebbe conquistato il titolo senza Pecco e senza Alvaro? La risposta viene dalle classifiche finali dei due campionati dove in MotoGP subito dietro alla Ducati di Bagnaia c’è la Yamaha di Quartararo e dove in Sbk subito dietro alla Ducati di Bautista c’è la Yamaha di Razgatlioglu. Abbastanza chiaro.

Fonte: https://www.gazzetta.it

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