Jerez: l’analisi della pista e le frenate più impegnative del GP spagnolo

Il 30 aprile inizia il quarto round del Motomondiale: dopo la trasferta in Qatar e la prima tappa europea a Portimao, la MotoGP sbarca sul circuito di Jerez. Il tracciato spagnolo è tra i più longevi in calendario ed è contraddistinto da tre frenate molto impegnative. Ecco l’analisi della pista

Dopo la pausa di una settimana, il circus del Motomondiale è pronto per il quarto round della stagione 2021, che si correrà in Spagna sul tracciato di Jerez de la Frontera (qui gli orari Tv). Il circuito situato nel sud della penisola iberica è tra i più longevi in calendario ed è caratterizzato da un layout tortuoso e frenate decise. Le curve sono 13, otto a destra e cinque a sinistra, ma la più iconica è sicuramente l’ultima, dove in passato molti piloti hanno affondato l’attacco decisivo da ultimo giro. Ecco una breve analisi del tracciato con il supporto dei dati di Brembo.

Pista e clima

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Jerez è uno dei preferiti dai piloti della MotoGP in quanto ci sono vari punti che favoriscono i sorpassi. Le ondulazioni dell’asfalto richiedono un setting ben bilanciato e una moto maneggevole. Come anticipato, il circuito è situato nella zona meridionale della Spagna, a poco più di 100 km dallo Stretto di Gibilterra. Il clima è quindi molto mite: per questo fine settimana sono previste temperature tra i 18°C e i 20°C, con qualche nube il venerdì e il sabato e pienamente soleggiato la domenica di gara, con massime di 23°C.

Jerez: Analisi curva per curva

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Dei 4.423 m di lunghezza totale, il rettilineo principale misura circa 600 m: le MotoGP arrivano alla curva 1, un destra a gomito da 84 km/h, ad una velocità massima di 286 km/h per poi proiettarsi alla 2, un tornante stretto che richiede una frenata meno impegnativa ma comunque ideale per sorpassare. Inizia poi la grande accelerazione: curva 3 a sinistra con il gas in mano (dove Marquez è caduto rovinosamente nel 2019) e poi la 4 dove si pela il gas per lanciarsi in un curvone a destra da 122 km/h, da pennellare di traverso per uscire il più veloci possibile. Altro rettifilo da quasi 600 m, 292 km/h prima di prendere il freni in mano e, di rallentare sotto i 70 km/h in 280 per la 6, un tornante a destra. Seguono la 7 e la 8, due a sinistra da raccordare e affrontare piegatissimi, la prima a 160 km/h e la seconda a 120 km/h. La staccata della 9 è un altro punto ideale per sorpassare: quasi 100 km/h di decelerazione in 120 m e un doppio destra da 105 km/h. Inizia ancora la fase di accelerazione e stress della spalla destra della gomma con la 11 e la 12: in questo punto bisogna farla correre per rimanere vicini all’avversario e prepararsi alla 13: qui si frena in 165 m da 220 km/h a 67 km/h per l’ultimo sinistra. In questo punto la pista è larga e bisogna stare larghi a destra per non sacrificare l’uscita, molto importante per arrivare in fretta al traguardo, ma chi è dietro potrebbe approfittarne…

Fonte: https://www.gazzetta.it

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