MotoGP 2023 con più gare, i piloti battono cassa! Ma i più ricchi sono Messi e LeBron

Con l’introduzione delle gare Sprint, i protagonisti della classe regina vogliono monetizzare l’aumento del loro impegno in pista ed è già rimpallo tra Dorna e Team su chi dovrà pagare. Confrontiamo gli stipendi di oggi e quelli dei piloti del passato. Ma nella classifica di Forbes calciatori e campioni dell’Nba sono i più pagati

Massimo Falcioni

Non sono poche le questioni aperte dalla Sprint Race, la nuova corsa del sabato introdotta dal 2023 per aumentare l’interesse della MotoGP. Fra queste ci sono quelle relative ai rischi, ma anche a un tema di cui poco si è parlato e non è certo secondario, cioè il compenso dei piloti. Una gara in più, infatti, seppur dimezzata nei giri rispetto alla corsa finale della domenica, aumenta la possibilità di incidenti. Questa è la regola delle corse: più corri più rischi. E non solo. Il raddoppio delle gare 2023, da 21 a 42, non può non avere conseguenze sugli ingaggi, da rivedere secondo i piloti e i loro manager. Il ragionamento è semplice: possiamo anche fare il doppio di gare, ma per questo dobbiamo essere pagati. Già. Ma chi pagherà? Gli organizzatori della Dorna hanno lanciato la patata bollente ai team e questi l’hanno rimbalzata al promoter. E’ un nodo da sciogliere prima che la stagione 2023 inizi con il GP del Portogallo il 26 marzo a Portimao. 

i guadagni

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Quanto guadagnano oggi i piloti? E quanto guadagnavano i campioni del passato? Questioni delicate. Cifre da prendere sempre con le pinze perché le informazioni ufficiali non sono pubbliche e tante sono clausole e parti variabili. Qui facciamo riferimento al 2022 perché poco si sa ancora degli importi del 2023. La scorsa stagione il più pagato resta Marc Marquez con un contratto quinquennale valido fino alla fine del 2024 da 12,5 milioni di euro a stagione. Sui 5 milioni a stagione più bonus per il nuovo campione del mondo in carica Francesco Bagnaia, che però è dietro a Vinales (10 milioni), Quartararo e Mir (6 milioni). A seguire Pol Espargaro (3,5), Miller, Rins, Morbidelli (3), Zarco (2), A. Marquez e Martin (1), Espargaro (750 mila euro), Oliveira (625mila), Nakagami e Binder (500mila), Bastianini (375mila ovviamente aumentati dopo i grandi risultati 2022), Di Giannantonio (375mila), Marini (300mila), Binder, Bezzecchi, Fernandez, Gardner (250mila). Cifre che, paragonate con i campioni del motociclismo del passato (prima dell’era Dorna) sembrano straordinarie, ma che invece si ridimensionano assai se messe a confronto con i big degli altri sport.

gli stipendi degli altri

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Secondo la classifica di Forbes basata sui redditi degli atleti tra il 1 maggio 2021 e il 1 maggio 2022 nella top 50 degli sportivi più pagati al mondo (incasso globale di 2,97 miliardi di dollari) non c’è nessun corridore di moto. In testa c’è Lionel Messi (calcio) con 130 milioni di dollari fra i 75 milioni di guadagni sul campo e i 55 milioni fuori dal campo. Seguono LeBron James (basket): 121.2 milioni, Cristiano Ronaldo (calcio) 115 milioni, Neymar (calcio) 95 milioni, Stephen Curry (basket) 92.8 milioni. Dopo Kevin Durant (basket) 92.1 milioni ci sono Roger Federer (tennis) 90.7 milioni e Canelo Alvarez (boxe) 90 milioni. Solo 17° il primo pilota F.1: Lewis Hamilton: 65 milioni di cui la metà solo per l’ingaggio 2022; 27° il campione del mondo Max Verstappen, 48 milioni. E Valentino Rossi, fuori dal Motomondiale da fine 2021? Il 9 volte campione del mondo pesarese ha tratto e trae dal motociclismo montagne di soldi come mai nessun altro centauro del passato. Nella sua ultima stagione percepiva dal team 4 milioni di euro, poco più della metà rispetto agli oltre 7 milioni ottenuti dalla casa ufficiale sino al 2020. Secondo Forbes, nel solo 2020, una delle sue annate di corse peggiori, l’asso di Tavullia avrebbe incassato complessivamente sui 140 milioni di dollari dai premi gara, sponsorizzazioni, dai vari eventi e dall’ingaggio Yamaha nonché dal merchandising e dalle aziende a cui è collegato. 

auto e box nel passato

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I tempi sono decisamente cambiati. Mezzo secolo fa i campioni più pagati nello sport erano gli assi dell’automobilismo, seguiti da quelli della boxe. Il calcio era solamente all’ottavo posto. Nel 1968 lo sportivo più pagato era il pilota britannico di F1 Graham Hill con 200 milioni di lire, paragonabili ai  2 milioni di euro di oggi. Il secondo sportivo più pagato era il pugile Nino Benvenuti con 135 milioni di lire (circa 1.322.000 euro). Terzo Bill Bradley (basket): 105 milioni di lire pari a circa euro 987.000. Quarto Eddy Merkx (ciclismo): 100 milioni di lire pari a euro 940.000 circa. Quinto Braulio Baeza (ippica): vicino a 100 milioni di lire. Solo ottavo Omar Sivori (calcio Napoli) con 60 milioni di lire (oltre 500 mila euro). E il motociclismo ancora privo di sponsor? Al decimo posto Giacomo Agostini che incassava dalla MV Agusta 20 milioni di lire pari a circa 190 mila euro. Ago raddoppiava tale cifra con ingaggi e premi di gara. Il gran salto, una scossa per il motociclismo mondiale, Agostini lo fece passando a fine 1973 alla Yamaha per la cifra record, si diceva, di 200.000 yen annui, pari a 300 milioni di lire a stagione! Per comprenderne il valore basti pensare che un operaio aveva uno stipendio/mese di 100 mila lire. 

in passato

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Dieci anni prima, a fine 1963, il pilota number one, Tarquinio Provini, passava dalla Morini alla Benelli con un contratto annuo di 12 milioni di lire. Cifra che raddoppiava per gli ingaggi dati al fuoriclasse di Cadeo dagli organizzatori delle gare, specie quelle extra iridate. All’epoca lo stipendio di un operaio della Benelli non superava le 50 mila lire mese. L’iridato 250 1977 Mario Lega aveva un ingaggio dalla Morbidelli di 250 mila lire a gara (lo stipendio mese di un operaio superava di poco 150 mila lire) e gli sponsor elargivano gratis il materiale, tuta e casco. I pochi piloti italiani ufficiali anni 60 e 70 (si contavano sulle dita di una mano) ringraziavano per poter disporre di moto e assistenza e addirittura passavano alla Casa l’ingaggio che ricevevano ogni corsa. Tutti gli altri, la stragrande maggioranza, ricevevano una diaria dopo ogni gara conclusa: in Italia di 30 mila lire, che non copriva le spese. Nel mondiale poco più. 

il record di tazio

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Chi è stato, prima dell’era moderna, il più pagato del Motorsport? Tazio Nuvolari, il più grande di tutti e il più pagato di sempre. Nel 1935, Nivola firmò un contratto per correre con l’Alfa Romeo attraverso la Scuderia Ferrari di 250 mila lire l’anno. Un operaio della stessa Casa milenese prendeva 2000 lire l’anno, un Kg di pane costava 1,5 lire. Fra ingaggi, premi, gettoni vari Tazio guadagnava circa mezzo milione di lire l’anno, che sembrano pochi, ma erano di più dei guadagni di oggi dell’iridato Bagnaia. A fine ’68, Mike Hailwood guadagnò più per non correre che in precedenza in pista: la Honda diede forfait e lo pagò profumatamente perché anche il suo pupillo abbandonasse a 28 anni il Motomondiale. 

attenzione ai piccoli

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Dunque, oggi, anche nel motociclismo cifre da capogiro, comunque le si guardi. Cifre fuori dalla portata dei comuni mortali ma anche assai più alte di quelle percepite dai campioni in passato. Stipendi alti perché i protagonisti principale di uno show comunque pericoloso. Inoltre il guadagno è in relazione a quanto lo status di campione produce in termini di business dell’intero Circus (mercato moto, biglietti ingresso circuiti, economia del territorio, diritti tv, sponsor ecc.). Ovviamente, tale montagna di soldi riguarda l’iceberg dell’intero “sistema” del motociclismo, dove alla base della piramide la stragrande maggioranza dei piloti non guadagna niente o quasi niente e anzi dove quasi tutti pagano per correre. Quindi una medaglia a due facce che, senza equilibrio, rischia di frantumarsi.

Fonte: https://www.gazzetta.it

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