WRC | Addio Craig Breen: la carriera dell’irlandese di Slieverue

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Occhi di un azzurro profondo, un sorriso contagioso, battute al fulmicotone anche nei momenti di stress maggiore, durante le gare. E, soprattutto, molto, molto veloce. Craig Breen è stato questo, tutto questo, ma tanto altro. E viene francamente difficile anche solo pensare che in una giornata uggiosa di primavera, Craig, se ne sia andato a soli 33 anni.

Un incidente avvenuto alle 12:40 di oggi tra Stari Golubovec e Lobor, mentre si trovava al volante della Hyundai i20 N Rally1 per preparare il Rally di Croazia, è stato fatale a Breen, deceduto in seguito alle ferite riportate nell’incidente contro una staccionata in ferro, per una carriera che ha vissuto diversi momenti d’esaltazione, ma anche di dolore così profondo da rimanere nel punto più remoto dell’animo di un ragazzo, un uomo, come Craig.

Una carriera, quella di Breen, partita con il preciso intento di raggiungere i massimi livelli del motorsport. In particolare dei rally, abbracciati nella seconda parte della prima decade del 2000. Da quel momento in poi, Craig ha scalato classe dopo classe, tra vittorie, errori, opportunità, cadute e reazioni.

Figlio d’arte, con il padre Ray che per anni ha corso nell’Ireland National, Craig fa il suo esordio nei rally nel 2009 correndo sia nel campionato nazionale britannico che nel Ford Fiesta Sporting Trophy, in cui ha colto 2 successi e il titolo di categoria navigato da Gareth Roberts.

L’anno successivo prende parte al SWRC con una Ford Fiesta S2000, raccogliendo 18 punti. Vince 2 rally nel campionato nazionale britannico e nel campionato Asfalto Irlandese, sempre sulla stessa vettura. La svolta avviene nel 2011, quando prende parte all’IRC, al SWRC e alla WRC Academy. Vince il titolo in quest’ultima classe, con 2 vittorie, 111 punti e 39 successi.

La sua progressione continua, ma nel 2012 avviene un incidente che segnerà per sempre, se non la carriera, certamente la persona di Breen. Al Rally Targa Florio – Rally Internazionale di Sicilia valido per l’IRC, Breen è protagonista di un incidente nella prima prova speciale della seconda tappa.

La Peugeot 207 numero 15, quella di Breen e Roberts esce di strada nella Cefalù 1 di 18 chilometri. Breen perde il controllo della vettura ed esce di strada dopo una curva sinistrorsa molto veloce, urta un guard rail e la lama si incunea della 207, colpendo mortalmente Roberts. Inutili i soccorsi, seppure molto tempestivi.

Per Breen quel 16 giugno 2012 rimarrà per sempre nei suoi ricordi. Non è un caso che nel 2021 Breen sia tornato a correre alla Targa Florio, appuntamento del Campionato Italiano Rally di quell’anno, con il preciso intento di vincere e dedicare il successo all’amico scomparso quasi 10 anni prima.

Il successo non arrivò. Craig concluse secondo alle spalle di Giandomenico Basso, ma si trovò poco dopo la cerimonia del podio a portare la coppa del secondo posto sul punto in cui Roberts perse la vita e in cui ora vi è una pietra incisa proprio a memoria del copilota, aprendo per altro lo spumante per festeggiare idealmente con lui.

 

Nel 2012, nonostante la tragedia, riesce a vincere la classifica SWRC con 4 vittorie, prendendo anche parte ad alcuni eventi del WRC con il suo nuovo navigatore Paul Nagle. Il sodalizio tra i due dura appena qualche gara, per poi lasciare spazio a Lara Vanneste prima e Scott Martin poi, attuale navigatore di Elfyn Evans tra ERC e WRC.

La grande occasione arriva in seguito nel 2016, ingaggiato dal team Abu Dhabi Total WRT. In Finlandia coglie il primo podio della carriera nel WRC, aggiungendo anche un ottimo quinto posto al Rally di Francia e un settimo al Rally di Polonia. Questi risultati convinsero il team ufficiale Citroen a dargli un’opportunità nel 2017, nell’anno d’esordio delle vetture WRC Plus.

Breen corre sia con la C3 WRC Plus che con la DS3 WRC, ottenendo come miglior risultato un quinto posto replicato in ben 5 occasioni (Monte-Carlo, Svezia, Tour de Corse, Portogallo, Finlandia e Germania). L’anno successivo la stagione parte molto meglio, con il promettente secondo posto in Svezia, senza però riuscire a ripetersi nell’arco del 2018.

Questi risultati, assieme all’arrivo di Sébastien Ogier ed Esapekka Lappi, portano Citroen Racing a non rinnovargli il contratto. Ma è proprio nel 2019 che arriva la chiamata da Hyundai Motorsport. Craig viene impiegato in Finlandia e poi in Galles, cogliendo un settimo e un ottavo posto.

Fa molto meglio nel 2020. Nonostante una stagione dimezzata a causa della pandemia da COVID-19, Craig si mette in evidenza firmando un grande secondo posto al Rally d’Estonia dietro al padrone di casa Ott Tanak. In Svezia, invece, non va oltre il settimo posto.

Il 2021 è per lui un anno più florido per ciò che riguarda i risultati. Sempre con Hyundai, l’irlandese coglie tre podi consecutivi: due secondi posti tra Estonia e Belgio e il terzo al Rally di Finlandia. Ottimo anche il quarto posto in Scandinavia, prima uscita dell’anno. Corre anche nel Campionato Italiano Rally, cogliendo una bella vittoria al Rally Sanremo (lo aveva già vinto nel 2019).

A quel punto arriva la grande occasione: un contratto pluriennale da pilota titolare. Lo offre M-Sport e lui non ci pensa due volte ad accettare. La stagione parte fortissimo con il bel terzo posto all’esordio al Rallye Monte-Carlo. Arriva il quarto in Croazia e il secondo posto al Rally Italia Sardegna, ma poi una serie di errori e di guasti lo portano a sprofondare in classifica, chiudendo alla fine settimo. Ironia della sorte, sarà proprio questo il suo miglior piazzamento della carriera nel Mondiale Rally.

Il contratto lungo e da titolare era ciò che più voleva, ma il feeling tra Breen e M-Sport non è sbocciato. Nella seconda parte del 2022 Craig cambia navigatore, con Paul Nagle che appende il casco al chiodo e James Fulton a prendere il suo posto. Poi lui e il team annunciano la separazione consensuale a fine anno e il pilota fa ritorno in Hyundai Motorsport. Scelta azzeccata, perché nella sua prima – e purtroppo ultima – uscita stagionale 2023 coglie un secondo posto eccellente dopo una bella lotta con Ott Tanak. Si è anche tolto lo sfizio di vincere il Rally Serras de Fafe, valido per il campionato nazionale portoghese.

Sembrava davvero il primo passo verso una stagione di riscatto e il Rally di Croazia avrebbe dovuto essere il secondo rally da titolare della sua stagione. L’incidente nei test di oggi ha spento tutto. Una carriera che da “specialista” avrebbe dovuto tramutarlo in pilota per tutti i fondi, l’ambizione, un sorriso. Una vita. Una vita che aveva già dovuto sopportare una perdita come quella di Roberts.

La banalità della scritta su ogni pass è ormai anacronistica: “Motorsport is dangerous“. Il motorsport è pericoloso. E lo è per tutti. Ma la consapevolezza di chi lo pratica, il coraggio e, forse, la sana follia lo rende qualcosa di terribilmente attraente per tutti coloro che lo seguono, che ci lavorano, che ne fanno una ragione di vita.

Era così anche per Craig, che oggi ci ha lasciato, ma che di sicuro rimarrà nei ricordi di tutti per quegli occhi, quel sorriso, quelle battute e quel talento, che lo rendeva molto, molto veloce. Ci mancherà.

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Photo by: M-Sport

Fonte: https://it.motorsport.com

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