24h Le Mans | Pera, rimonta senza freni: “3° posto è anche poco”

L’Italia festeggia alla 24h di Le Mans e non solo per il grande trionfo della Ferrari tra le Hypercar, perché in questo quarto evento stagionale del FIA World Endurance Championship in Classe LMGTE AM a portare a casa un trofeo è stato anche Riccardo Pera.

Il toscano ha centrato il terzo posto al volante della Porsche 911 RSR-19 #86 assieme ai compagni di squadra Benjamin Barker e Michael Wainwright, compiendo una rimonta incredibile dalle retrovie per ben due volte.

Con questo risultato il classe 1999 alfiere del team GR Racing porta ad 8 il numero di podi conquistati nella massima serie endurance dal 2018 ad oggi, nella quale ha all’attivo pure una vittoria a Spa 2019 e un’altra Top3 a Le Mans 2020.

Ma l’edizione del Centenario della gara che si tiene sul Circuit de la Sarthe è stata tutt’altro che facile, come lo stesso Pera ha raccontato in esclusiva a Motorsport.com, a poche ore dal ritorno a casa per lavorare nell’azienda di famiglia, ma ancora con l’adrenalina a mille.

#86 GR Racing Porsche 911 RSR - 19 di Michael Wainwright, Benjamin Barker, Riccardo Pera

#86 GR Racing Porsche 911 RSR – 19 di Michael Wainwright, Benjamin Barker, Riccardo Pera

Photo by: JEP / Motorsport Images

“Mi sono riposato il giusto perché sono subito andato a dare una mano a mio padre al lavoro, ma la gioia è ancora tantissima per questo terzo posto, che ci mancava e ci dà fiducia”, dice il lucchese, protagonista anche del GT Italiano e serie Porsche, passando poi alla narrazione della corsa francese.

“Le prime ore sono state molto caotiche, tra incidenti e Safety Car, ma siamo partiti molto bene e con un’ottima strategia siamo riusciti a rimontare e addirittura a passare in testa con circa 40″ di vantaggio. Di fatto eravamo messi bene, poi è arrivato lo scroscio d’acqua e via radio mi hanno detto che qualcuno invocava anche la bandiera rossa da tanto era bagnato”.

“Sono arrivato alle ‘Porsche Curves’ guidando con grande cautela, dato che avevo le gomme slick e già da ‘Mulsanne’ stavo cercando di controllare le sbandate sul bagnato. In quel punto, però, c’era una vera propria piscina! Andando anche a meno di 50km/h è stato impossibile tenere la vettura, che si è girata in acquaplaning completamente andando infine ad appoggiarsi con il posteriore alle barriere”.

“Il team si è arrabbiato molto perché in quel punto erano già uscite 4-5 auto prima di me, per cui la Direzione Gara avrebbe dovuto gestire meglio una situazione che era già pericolosa con comunicazioni più rapide ed eventualmente sospensione della corsa. Ma alla fine ci è andata pure molto bene perché i danni sono stati tutto sommato minimi e con la sostituzione di paraurti ed ala siamo ripartiti”.

#86 GR Racing Porsche 911 RSR - 19 of Michael Wainwright, Benjamin Barker, Riccardo Pera

#86 GR Racing Porsche 911 RSR – 19 of Michael Wainwright, Benjamin Barker, Riccardo Pera

Photo by: JEP / Motorsport Images

Fra l’altro in quei frangenti c’è pure stato l’ingresso della Safety Car, con la nuova procedura che non è stata apprezzata da tutti, come sottolinea lo stesso Riccardo.

“Se n’è parlato tanto prima della gara, è stata una situazione strana che ha influito pure sulla sicurezza perché ci siamo trovati con gomme raffreddate. Neutralizzare la gara per così tanto tempo, perdendo in totale 3 ore, mi pare un po’ esagerato”.

“Oltretutto anche sulle strategie in tanti hanno cambiato piloti facendo salire i Bronze approfittando della mezz’ora che avebbero sicuramente trascorso lì in coda. Sinceramente non credo nemmeno che abbia funzionato così tanto a livello di spettacolo, seppur la FIA abbia studiato a lungo come applicare questa procedura”.

#86 GR Racing Porsche 911 RSR - 19 di Michael Wainwright, Benjamin Barker, Riccardo Pera

#86 GR Racing Porsche 911 RSR – 19 di Michael Wainwright, Benjamin Barker, Riccardo Pera

Photo by: JEP / Motorsport Images

Tornando alla gara, le operazioni ai box, per quanto rapide siano state, hanno comunque fatto perdere 4-5 minuti e al rientro in pista la Porsche #86 era 14a, con una rimonta tutta da ricominciare dal principio.

“Ci siamo rimboccati le maniche e nella notte io e Ben Barker abbiamo tirato il più possibile, facendo anche i tempi più veloci della categoria e riuscendo a ritornare nel giro del leader. Domenica mattina il recupero è proseguito fino ad arrivare alla Top5 a tiro del podio”.

“Quando sono salito in macchina per le ultime due ore, abbiamo guadagnato un’ulteriore posizione grazie al problema tecnico accusato dalla Porsche #56. Lì abbiamo provato a giocare il tutto per tutto nella strategia cercando di non sostituire pastiglie e dischi dei freni”.

Podio LM GTE AM: #25 ORT by TF Aston Martin Vantage AMR di Ahmad Al Harthy, Michael Dinan, Charlie Eastwood, #33 Corvette Racing Chevrolet Corvette C8.R di Nicky Catsburg, Ben Keating, Nicolas Varrone, #86 GR Racing Porsche 911 RSR - 19 di Michael Wainwright, Benjamin Barker, Riccardo Pera

Podio LM GTE AM: #25 ORT by TF Aston Martin Vantage AMR di Ahmad Al Harthy, Michael Dinan, Charlie Eastwood, #33 Corvette Racing Chevrolet Corvette C8.R di Nicky Catsburg, Ben Keating, Nicolas Varrone, #86 GR Racing Porsche 911 RSR – 19 di Michael Wainwright, Benjamin Barker, Riccardo Pera

Photo by: JEP / Motorsport Images

Questo è stato l’episodio chiave per l’ultimo gradino del podio GTE AM, dato che la Porsche #85 delle Iron Dames non ce l’ha fatta e all’ultima ora ha dovuto effettuare la sosta proprio per intervenire su questo impianto.

“La terza posizione è arrivata così, io ero al limite con tutto, ma il team ha detto di provare ad arrivare in fondo lo stesso perché questa operazione richiede 40-45 secondi e quindi non avevamo il margine per restare terzi se ci fossimo fermati”.

“Le ragazze avevano gomme fresche e freni nuovi, io invece avevo pneumatici con doppio stint e freni andati. Negli ultimi tre giri avevo il pedale del freno che arrivava a fine corsa, quasi toccava il fondo vettura e non rallentavo più! Ho cercato di gestire la situazione giocando con le scalate del cambio e il freno motore, ma gli ultimi 3km li ho fatto letteralmente senza freni”.

“Un finale horror! Dai box continuavano a comunicarmi che il vantaggio su Rahel Frey diminuiva sempre più ad ogni settore, mentre io provavo a fare il possibile per non finire fuori. Alla fine ci siamo riusciti, ma con un giro in più non sarebbe stato possibile difendersi”.

Podio LM GTE AM: #25 ORT by TF Aston Martin Vantage AMR di Ahmad Al Harthy, Michael Dinan, Charlie Eastwood, #33 Corvette Racing Chevrolet Corvette C8.R di Nicky Catsburg, Ben Keating, Nicolas Varrone, #86 GR Racing Porsche 911 RSR - 19 di Michael Wainwright, Benjamin Barker, Riccardo Pera

Podio LM GTE AM: #25 ORT by TF Aston Martin Vantage AMR di Ahmad Al Harthy, Michael Dinan, Charlie Eastwood, #33 Corvette Racing Chevrolet Corvette C8.R di Nicky Catsburg, Ben Keating, Nicolas Varrone, #86 GR Racing Porsche 911 RSR – 19 di Michael Wainwright, Benjamin Barker, Riccardo Pera

Photo by: JEP / Motorsport Images

Una soddisfazione che ripaga degli sforzi di un fine settimana che però sarebbe potuto andare diversamente, anche nel bene.

“Sono sincero, se guardo ai minuti persi per l’incidente sotto l’acqua e il distacco che abbiamo preso dai leader, l’amaro in bocca un po’ rimane perché c’era la possibilità di lottare per qualcosa di più. Dispiace perché siamo anche partiti più indietro del previsto”.

“Nei test e nelle Libere la nostra 911 andava bene, in Qualifica ci siamo un po’ persi. Lì mi sono preoccupato, però il nostro ingegnere ha sistemato il set-up e in gara l’auto era davvero velocissima. Poi ovviamente la Corvette è una grandissima auto con tre piloti che sono dei martelli nei tempi, quindi è chiaro che battere loro è molto impegnativo. Fra l’altro volano pure quando hanno il Success Ballast, che a Le Mans non avevano”.

Vincere a Le Mans non è mai facile, ma ottenere un bel risultato nella 24h più famosa del mondo è una grande motivazione anche per il prosieguo della stagione, con la prossima tappa proprio in casa di Pera, a Monza.

“L’anno scorso eravamo stati i più veloci della categoria a Le Mans, ma anche in tutte le altre gare, solo che gli episodi non sono stati dalla nostra parte, tra errori in pista o problemi tecnici. Non concretizzare con i risultati ci aveva lasciato parecchia amarezza”.

“Quest’anno siamo partiti con i presupposti giusti, contando sugli stessi ingegneri, uno dei quali era del Team Manthey ufficiale. A Sebring non siamo riusciti ad essere molto veloci e non è arrivato più di un 7° posto, a Portimao addirittura siamo scesi all’11° e a Spa al 12°. Ci siamo chiesti cosa non stesse andando. Qui abbiamo ritrovato noi stessi e le motivazioni”.

“Assieme ad Alessandro Pier Guidi ed Antonio Giovinazzi sono stato l’altro italiano ad essere salito sul podio di questa incredibile edizione. Portare a casa la coppa con il 100 sopra è un’ulteriore orgoglio e non vedo l’ora di essere a Monza davanti ai nostri tifosi”.

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Fonte: https://it.motorsport.com

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