WEC | Proton rallentata dalle cinture: “Potevamo battere Ferrari”

Alla sua seconda uscita nella Classe Hypercar del WEC con la 963 LMDh, la squadra tedesca si è dimostrata competitiva, dato che la vettura condivisa da Jani, Harry Tincknell e Gianmaria Bruni ha viaggiato tra i primi cinque nelle prime due ore.

Tuttavia, il duro lavoro del team è stato vanificato quando Tincknell è rientrato dopo il doppio stint iniziale per passare il testimone a Bruni, a causa di un problema alle cinture di sicurezza che ha costretto la Proton a portare la vettura in garage per più di cinque minuti.

Di conseguenza, la #99 ha perso sette giri rispetto ai leader, finendo per classificarsi al nono posto e a otto giri dalla vincitrice #7 Toyota GR010 HYBRID.

Dopo la gara, Jani si è rammaricato per l’occasione persa di battere le Ferrari, dato che Tincknell aveva dato filo da torcere alla 499P #51 di James Calado prima del suo pitstop.

“Era possibile ottenere un risultato ottimo – ha detto lo svizzero a Motorsport.com – Quando sono salito in macchina mi sono trovato dietro la Porsche [#6] e le due Toyota, e sono rimasto con loro per tutto lo stint”.

“Ma la cintura è uscita dalla fibbia nel punto in cui si stringono, in pratica è uscita dalla guida. Non potevamo più stringerle, quindi abbiamo dovuto cambiare l’intera cintura. È stato davvero stranissimo, non avevo mai visto nulla di simile”.

“È un peccato, perché sono sicuro che saremmo arrivati quarti. Eravamo più veloci delle Ferrari. Avevamo il loro passo. Ma se si considera che la vettura era nuova questo fine settimana, sono proprio queste le cose che possono accadere quando non si fanno dei test prima”.

“Abbiamo i piloti e il ritmo. Ora dobbiamo solo sistemare i dettagli che logicamente non sono ancora a posto con così poco tempo a disposizione”.

 

Il telaio Porsche 963 con cui Proton ha corso al Fuji era diverso da quello con cui ha fatto il suo debutto a Monza in luglio, poi spedito negli Stati Uniti per partecipare al campionato IMSA.

Come nel caso del primo telaio del team prima di Monza, l’unica uscita effettuata prima del Fuji è stato uno shakedown di 10 giri presso la sede Porsche di Weissach.

Tincknell ha aggiunto: “È un peccato perché stava andando tutto bene. Ero proprio dietro a Calado prima di fermarmi. Ho fatto un’ottima seconda parte del mio stint ed eravamo a ridosso delle Ferrari. Il ritmo della macchina era incredibile, visto che non abbiamo fatto test. Stiamo facendo passi avanti in continuazione e credo che la nostra Top5 nelle FP3 sia stata reale”.

“Penso davvero che stiamo facendo il passo più lungo della gamba, considerando che la Proton non è un team di prototipi affermato e che ci troviamo in questa fase del programma”.

Anche l’altra squadra clienti Porsche della Proton, la Jota, si è rammaricata per la possibilità di battere una Ferrari opaca al Fuji.

Questo dopo che Antonio Felix da Costa ha ricevuto una penalità di drive-through per essere entrato in contatto con un’altra vettura – ironia della sorte, la vettura LMP2 di Jota – alla curva 10 nella seconda ora, mentre era quinto.

 

A causa della penalità, da Costa, Will Stevens e Yifei Ye sono scivolati al sesto posto dietro a entrambe le 499P, a 22″ di distanza dalla vettura #51, che si è piazzata quinta.

Il capo di Jota, Sam Hignett, ha dichiarato a Motorsport.com: “Senza il drive-through, avremmo lottato per il quarto posto con la prima Ferrari. Anche il risultato finale è falsato perché loro hanno fatto il FCY per meno di un giro intero, mentre noi abbiamo fatto tutto il rettilineo sotto FCY.

“Abbiamo perso 15″ in quel punto, quindi in realtà eravamo circa 10″ dietro la #51. Avremmo potuto essere quarti ma eravamo un po’ più lenti rispetto alla Porsche #6, quindi c’è un po’ di lavoro da fare”.

Fonte: https://it.motorsport.com

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