WEC | Addio Glickenhaus: tra i PRO non c’è spazio per i romantici

Finisce qui la storia della Glickenhaus Racing nel FIA World Endurance Championship, che per il 2024 ha scelto di non iscrivere la sua Hypercar.

Non vedremo più in azione il prototipo costruito dalla italianissima Podium Advanced Technologies dotata di motore Pipo e la conferma arrivata dalle parole del patron, Jim Glickenhaus, prima a Motorsport.com e poi a ruota a tutte le altre testate, altro non è che l’annunciata fine di un programma che già era in sofferenza.

Diciamolo subito: la storia della scuderia italo-americana è stata tanto bella quanto inevitabilmente breve, come tutti potevano e dovevano immaginare fin dal principio, quando arrivò la decisione di intraprendere questa avventura in una serie che stava vivendo un periodo di transizione. Glickenhaus ha ammesso che, allo stato attuale, non avrebbe più avuto senso ripresentarsi in pista per il quarto anno, in una sfida ‘Davide vs Golia’ già ampiamente scritta.

“Voglio trovare un senso a questa vita”, canta Vasco Rossi; domanda che si sarà fatto anche il funambolico Jim quando ha scelto di intrapendere una avventura dal sapore romantico. Senso che nel 2021 ce l’aveva eccome, dato che il Mondiale Endurance era in una fase di passaggio da un regolamento all’altro, con pandemia scatenata dal Coronavirus nel 2020 che aveva reso tutt’altro che chiara e semplice ogni previsione futura.

#709 Glickenhaus Racing Glickenhaus 007 LMH: Ryan Briscoe, Romain Dumas, Richard Westbrook

#709 Glickenhaus Racing Glickenhaus 007 LMH: Ryan Briscoe, Romain Dumas, Richard Westbrook

Photo by: JEP / Motorsport Images

E allora sì, che Glickenhaus ha avuto ragione a tuffarsi in un campionato che vedeva la sola Toyota in grado di portare la vettura del futuro con la GR010 Hybrid, mentre Alpine ‘allungava’ la vita alla Oreca LMP1 grazie alle deroghe regolamentari, per scoprire come sarebbe stata la nuova categoria dedicata alle Le Mans Hypercar.

Glickenhaus non ha mai fatto il misterioso, parlando sempre apertamente e a ruota libera delle sue idee, mostrando a tutti come procedeva la costruzione della 007 LMH e le fasi di test che l’hanno portata poi al debutto a Portimão nonostante tanti problemi ancora da risolvere.

Il progetto è stato subito apprezzato da chi ama il motorsport d’un tempo, anche perché le linee dell’auto hanno avuto uno stile retrò capace di colpire a prima vista la maggior parte degli appassionati, con la consapevolezza che sarebbe stato praticamente impossibile pensare di sconfiggere una potenza assoluta come la Toyota, unita però alla curiosità del vedere quanto sarebbe andato in là questo ambizioso programma.

E tutto questo lo si è ampiamente visto nei paddock del Mondiale, con tantissima gente assiepata davanti ai box per ammirare la 007 LMH e per scattare foto con il sempre disponibile Jim, ben contento di scambiare due parole, ricevere strette di mano e complimenti da chi aveva capito benissimo le sue intenzioni, apprezzando il coraggio di mettersi in gioco in un contesto tutt’altro che facile.

Jim Glickenhaus, Glickenhaus Racing

Jim Glickenhaus, Glickenhaus Racing

Photo by: Alexander Trienitz

Nel 2022 Glickenhaus si è tolto la più grande delle soddisfazioni raggiungendo il podio alla 24h di Le Mans, ovviamente battuto dalle imprendibili Toyota, ma davanti ad una Alpine che in gara ha patito la castrazione imposta dal Balance of Performance.

BoP che lo stesso Jim ha più volte tirato in ballo sperando che qualche spintarella potesse essere data alla sua 007 LMH anche quando nel 2023 la griglia si è rimpolpata con l’arrivo di Ferrari, Porsche e Peugeot, decisamente più abbienti economicamente parlando e dal maggior peso mediatico e politico.

Il fatto che la stagione passata si fosse conclusa dopo la tappa di Monza disputata a luglio aveva già dato un chiaro segnale di quello che sarebbe stato un futuro in parte scritto per la Glickenhaus, messa sotto un telone in garage e rispolverata (nel vero senso della parola) per ricominciare a girare solamente nel Prologo di Sebring, quindi ad una settimana dal semaforo verde.

#708 Glickenhaus Racing - Glickenhaus 007 - Romain Dumas, Ryan Briscoe, Olivier Pla

#708 Glickenhaus Racing – Glickenhaus 007 – Romain Dumas, Ryan Briscoe, Olivier Pla

Photo by: Paul Foster

E qui ecco tornare Vasco Rossi con la risposta in “Anche se questa vita un senso non ce l’ha”: in effetti, è stato chiaro fin da subito che il cammino dal 2023 in avanti si sarebbe fatto molto più ripido, anche se ha ragione da vendere, il buon Jim, quando evidenzia che a Le Mans è stato in grado di battere Porsche e Peugeot, facendo una figura decisamente buona considerato i mezzi a disposizione, per altro mancando un piazzamento potenzialmente migliore di quel 6° e 7° posto su cui hanno influito un paio di errori di guida dei piloti.

“Domani arriverà lo stesso”, aggiunge Vasco, e Glickenhaus lo ha sempre saputo che il suo non sarebbe stato nel WEC, dove la sua 007 LMH non può più stare senza essere aggiornata. Modifiche e novità che una piccola azienda come la sua avrebbe potuto realizzare solamente mediante l’investimento di uno sponsor di alto rango, mai trovato in questi mesi/anni se non un privato come HK Motorcars che ha rilevato una delle due vetture prodotte (la #709 iscritta a Le Mans, per intenderci).

Il 2024 vedrà planare nella Classe Hypercar del Mondiale altri marchi importanti come Lamborghini, BMW e di nuovo Alpine, nel 2025 sono in arrivo pure Acura e Aston Martin, dunque da difficile diventava praticamente impossibile continuare nello stesso modo.

#708 Glickenhaus Racing Glickenhaus 007: Romain Dumas, Olivier Pla, Nathanael Berthon

#708 Glickenhaus Racing Glickenhaus 007: Romain Dumas, Olivier Pla, Nathanael Berthon

Photo by: JEP / Motorsport Images

Ne sono ben consapevoli anche i ragazzi di Isotta Fraschini e Michelotto Engineering, che stanno per arrivare con una LMH piccola e privata con l’intenzione di fare una figura dignitosa (ipse dixit) contro certi colossi del mondo dell’auto. Ecco perché l’abbinamento ad un team come Vector Sport potrà aiutarli, mentre sarà tutta da verificare la solidità del progetto Vanwall Racing di ByKolles.

Ad oggi la Vandervell 680 LMH non ha saltato una gara – a differenza di Glickenhaus – ma spesso sparisce dai radar una volta partiti e si ritrova pressoché nella medesima situazione sopra descritta, ma con risultati decisamente peggiori, ad oggi.

Evidente, quindi, che in un motorsport di livello professionistico diventa dura trovare spazio per i piccoli progetti, che seppur professionali non godono più di quelle attenzioni che potevano avere un tempo. Un romanticismo che tra i PRO ormai è andato perduto, ma che Glickenhaus ha saputo far rivivere nel momento giusto. E che ora, appunto, non ha più senso rincorrere. Purtroppo.

E così fa bene a puntare al ritorno sul Nordschleife con la sua 004 GT, il visionario Jim, unico posto che riesce ancora a fondere e riunire l’automobilismo dei professionisti a quello degli appassionati di ieri ed oggi. Perché “domani è un altro giorno, arriverà”.

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Fonte: https://it.motorsport.com

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