24h Le Mans | Quella Ferrari di Coletta che è sembrata la Red Bull

Per capire è utile guardare i fatti. La Ferrari, cinquant’anni fa decise di concentrare l’attività sportiva sulla Formula 1. Una decisione saggia per l’epoca che ha dato i suoi frutti. Ma il sapore delle corse, per i clienti era irrinunciabile. Nacque, con obiettivi commerciali, oltre che sportivi, il Ferrari Challenge. Era il 1993 e l’attività faceva capo alla Direzione Commerciale e a quella della Comunicazione. La serie ebbe successo fin da subito e presto, per organizzare il paddock e l’attività, arrivò un giovane ex pilota, coordinatore di team, di nome Antonello Coletta.

La sua razionalità e competenza diedero un forte impulso al settore, tanto da mettere in evidenza che quei piloti che, amatorialmente partecipano alle diverse serie internazionali del Ferrari Challenge, cominciavano ad ambire ad una crescita in gare dove la sfida sarebbe stata anche con altre auto e altri marchi.

Antonello Coletta con Amato Ferrari e Ferdinando Cannizzo, mentre festeggiavano il mondiale GT 2022

Antonello Coletta con Amato Ferrari e Ferdinando Cannizzo, mentre festeggiavano il mondiale GT 2022

Photo by: Ferrari

Coletta, col supporto della Direzione Commerciale dalla quale dipendeva e ancora oggi dipende, ottenne l’autorizzazione ad estendere l’attività ai campionati GT. La sua esperienza, le sue doti di organizzatore, la sua serena freddezza di fronte alla difficoltà che comporta questo tipo di gare, lo portarono a strutturare l’attività integrando l’expertise tecnico dell’Azienda con strutture esterne specializzate come quella di Amato Ferrari. I risultati sono stati Titoli Mondiali e successi ovunque, Le Mans inclusa.

Tutto questo avveniva ed è avvenuto senza clamore e con un team di persone, da lui scelte una ad una, dedicate, motivate e fidate.

#51 Ferrari AF Corse Ferrari 499P di Alessandro Pier Guidi, James Calado, Antonio Giovinazzi

#51 Ferrari AF Corse Ferrari 499P di Alessandro Pier Guidi, James Calado, Antonio Giovinazzi

Photo by: Alexander Trienitz

Oggi festeggiamo il ritorno della Ferrari al successo nella 24 Ore. Il decimo dopo i primi nove raccolti tra il 1949 e il 1965. Un decimo successo conquistato con una 499P nata con lo spirito e le cromie della 312P, ultima Sport Prototipo Campione del Mondo, col supporto di specialisti ben indirizzati e guidati da ingegneri Ferrari entusiasti come ai bei tempi e in un tempo incredibilmente breve.

Ha esordito a Sebring segnando subito la pole position davanti alla affermata e potente Toyota, ha proseguito l’attività con una gestione abile che l’ha fatta seconda forza ma, apparentemente, non pronosticatile come vincente, e ha vinto la 24 Ore del Centenario.

Questi, molto semplicemente, i fatti. Ma chi corre è ai fatti che deve guardare. Per esempio è lecito domandarsi se la revisione del Balance of performances non sia stata favorita da una voluta cautela nella ricerca di risultati nella prima parte di stagione. Si parla sempre di strategia in Formula 1. Perchè non usare la strategia anche nel WEC?

#51 Ferrari AF Corse Ferrari 499P al pitstop

#51 Ferrari AF Corse Ferrari 499P al pitstop

Photo by: Nikolaz Godet

Questi sono i fatti: chiarezza di obiettivi, chiarezza di ruoli e di metodo, niente annunci e promesse, persone interne a Ferrari conosciute una ad una e motivate, tra l’altro piuttosto poche, partner affidabili e competenti e freddezza nella gestione gara che ha mandato nel pallone rivali aperti e potenti come Toyota e Porsche. Tra l’altro, e non è cosa trascurabile, avvalersi di partner esterni per specifiche attività ha un vantaggio in più: quello della possibile minaccia di una risoluzione di contratto se le cosa non vanno che è una sorta di automatica assicurazione al miglior servizio.

La Ferrari in questi giorni, a Le Mans, è sembrata la Red Bull: coesa, determinata, convinta della propria professionalità.

Complimenti Ferrari. E’ la prova che a Maranello non manca nulla per vincere…

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Fonte: https://it.motorsport.com

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