Dakar | Auto: Sainz e Audi trionfano nell’edizione 2024

L’ultimo ballo di Audi alla Dakar è stato quello più dolce. Carlos Sainz e la Casa di Ingostadt si sono resi protagonisti di una gara strepitosa per costanza di risultati e prestazioni che è culminata oggi, al termine della Tappa 12 a Yanbu, che li ha incoronati vincitori della classe Auto della 46esima edizione del rally raid più celebre al mondo.

Per Sainz due settimane in cui le sue prestazioni sono state talmente costanti che se dovessimo rappresentarle su un grafico, sarebbero visibili come una linea quasi perfettamente retta. Alle zero vittorie di tappa vanno affiancati i pochi problemi seri alla RS Q e-tron numnero 204. E qui si aprono i meriti non solo dell’equipaggio, in cui Lucas Cruz ha avuto il merito di navigare sempre molto bene, eliminando gli errori che erano costati cari negli anni precedenti, ma anche della vettura.

Finalmente Audi ha visto prevalere il concetto di vetture che sino a pochi anni fa sembrava solo utopia. Certo fa effetto pensare che la vittoria sia arrivata con gran parte del personale che aveva lavorato negli anni scorsi al progetto Dakar oggi invece alle dipendenze di quello Formula 1. Eppure la macchina, aggiornata a dovere, ha fatto ciò che Audi si attendeva da qualche tempo: andare forte e rompersi poco.

Insomma, tutte le caselle sono andate al loro posto. La gara di Sainz ha avuto ancora più valore provando a leggere quelle degli avversari. Sébastien Loeb è stato il pilota che ha raccolto più vittorie di tappa, ma si è dovuto accontentare del terzo posto finale dopo la tremenda Tappa 11, in cui non solo ha perso la possibilità di lottare con Sainz per la vittoria fino alla fine, ma anche il secondo posto finito nelle mani di un favoloso Guillaume De Mevius, primo pilota privato in classifica schierato dal team Ovedrive Racing.

Nasser Al-Attiyah, reduce da due vittorie di fila alla Dakar (2022-2023), aveva iniziato la sua nuova avventura con Prodrive provando a destabilizzare l’ambiente Audi con alcune previsioni che, però, sono andate contro di lui. Non solo Audi non si è ritirata dopo tre giorni di gara (anzi, le RS Q e-tron a quel punto erano riuscite a vincere 2 tappe e il Prologo), ma è stato lui a dover alzare bandiera bianca.

La Hunter guidata da lui ha sofferto diverse rotture delle sospensioni, ma a mettere KO il qatariota è stato il motore della sua vettura, portandolo addirittura ad affermare: “Io su questa macchina non ci voglio più correre”. Un’affermazione forte, che ha fatto e farà discutere, soprattutto con l’arrivo di Dacia a partire dal 2025 con cui ha firmato un contratto poche settimane fa.

Loeb, invece, ha dimostrato la bontà della Hunter portandola a lottare per la vittoria sino alla penultima tappa. La Hunter realizzata dalla Prodrive è una macchina cresciuta nel corso del tempo, ma è altrettanto evidente che sia troppo fragile. Andrà rivista per cercare di evitare i problemi visti quest’anno e dare la caccia alla vittoria già nel primo anno, il 2025, in cui avrà addosso il marchio Dacia.

Il team Overdrive Racing festeggia un podio, quello di De Mevius, e un quarto posto con Guerlain Chicherit che sottolinea quanto sia cresciuto nel corso delle ultime 2 stagioni, senza contare il prematuro ritiro della punta di diamante, Yazeed Al-Rajhi, proprio mentre era in testa alla classifica generale. Il principe saudita è stato costretto a fermarsi dopo aver capottato la sua Hilux privata nella prima parte della Tappa di 48 Ore (la Tappa 6, spegnendo ogni possibile speranza di vittoria.

Se M-Sport non ha brillato nella sua stagione di preparazione, la Ford ha visto chiudere al quinto posto assoluto la prima Raptor, ma privata. Si tratta di quella gestita dal team Orlen Jipocar di Martin Prokop. Il pilota ceco ha completato la Top 5 e si è messo alle spalle la prima Toyota GR Hilux T1U ufficiale, quella dell’esordiente Guy David Botterill. Il sudafricano ha messo alle spalle il ben più esperto compagno di squadra Giniel De Villiers e una delle due punte di diamante di Toyota Gazoo Racing, Lucas Moraes, nono.

Tra le Hilux uffiociali si è inserito Benediktas Vanagas, con la Hilux gestita dal team Toyota Gazoo Racing Baltics. La Top 10 è stata completata da Mathieu Serradori con la prima Century CR7-T ufficiale. Il francese si deve mangiare le mani per aver gettato al vento la grande opportunità di cogliere una clamorosa Top 5 per via di una brutta Tappa 11. Senza di quella avrebbe probabilmente lottato anche per il quarto posto con Chicherit.

Fuori dai 10 migliori le Audi RS Q e-tron di Mattias Ekstroem e Stéphane Peterhansel. Entrambi – contrariamente a Sainz – hanno vinto delle tappe in questa edizione della Dakar, ma sono anche stati rallentati da diversi inconvenienti che li hanno tolti dalla classifica. Se il francese è stato complessivamente deludente dal punto di vista prestazionale, lo stesso non si può dire dello svedese, cresciuto enormemente e rimasto in Top 3 per due terzi di gara.

Entrambi, però, hanno giocato un ruolo fondamentale come scudieri di Carlos Sainz. Entrambi lo hanno scortato nella seconda settimana per fare in modo che il madrileno avesse gomme e componenti di riserva qualora ne avesse avuto bisogno. Il piano di Audi è stato perfetto e ha funzionato, mentre Sainz, autore del quarto successo assoluto alla Dakar, festeggia la quarta vittoria Touareg con 4 marchi differenti: Volkswagen, Peugeot, MINI e ora Audi. Una leggenda.

Dakar 2024 – Auto – Classifica finale

Pos Pilota/navigatore Vettura Tempo/distacco Penalità
1 Sainz/Cruz Audi RS Q e-tron 48h15’18” +1’10”
2 De Mevius/Panseri Toyota GR Hilux T1U +1h20’25” +9’00”
3 Loeb/Lurquin Hunter Prodrive BRX +1h25’12” +17’00”
4 Chicherit/Winocq Toyota GR Hilux T1U +1h35’59” +2’10”
5 Prokop/Chytka Ford Raptor T1+ +2h16’43”  
6 Botterill/Cummings Toyota GR Hilux T1U +2h40’33” +1’00”
7 De Villiers/Murphy Toyota GR Hilux T1U +2h50’26” +15’00”
8 Vanagas/Sikk Toyota GR Hilux T1U +2h57’17” +5’51”
9 Moraes/Monleon Toyota GR Hilux T1U +3h02’12”  
10 Serradori/Minaudier Century CR7-T +3h04’12” +15’00”

Fonte: https://it.motorsport.com

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